venerdì 1 agosto 2014

Indennità ridotte per sindaco e giunta

La giunta di Legnaro, guidata dal primo cittadino Giovanni Bettini, ha deliberato le indennità di carica che spettano a sindaco e assessori. L’esecutivo ha deciso di confermate gli importi adottati dalla gestione Catelan. E con questi anche le stesse riduzioni, tagliando così del 50% le indennità stabilite dalla legge. Queste ultime sono fissate in base alle dimensioni della città (Legnaro rientra tra i Comuni compresi tra i 5 mila e 10 mila abitanti) e vengono attribuite in misura intera per lavoratori autonomi o in aspettativa e in misura ridotta della metà per i lavoratori dipendenti. La cifra lorda che da tabella ministeriale spetterebbe al sindaco è di 2.788,87 euro al mese. A questa va applicata una riduzione del 10% (meno 278,89 euro) previsto per legge, arrivando a 2.509,98 euro. Di fatto Bettini ne porterà a casa 1.394,43, la metà. Stesso discorso per il vicesindaco Cristina Licata: da tabella le spettano 1.394,44 euro (il 50% dell’indennità prevista per il sindaco) ma considerate le riduzione e i tagli arriverà a 697,22 euro lordi al mese. Gli assessori Vincenzo Danieletto, Roberto Maniero e Alessia Morandin (a cui spetta il 45% dell’indennità stabilita per il sindaco) dei 1.254,99 euro mensili previsti ne porteranno a casa 627,50. A quegli amministratori che percepiscono l’indennità di funzione non viene corrisposto alcun gettone per la partecipazione alle sedute degli organi collegiali e delle commissioni. Calcolatrice alla mano l’esecutivo, in stipendi, costerà poco più di 47 mila euro all’anno. Comunque di meno rispetto all’amministrazione precedente perché con questa tornata elettorale il numero degli assessori è passato da sei a quattro.
Martina Maniero

3 commenti:

Unknown ha detto...

NUOVO OSPEDALE DI PADOVA

Bitonci ha ragione, si tratta anche di buon senso.

E’ da oltre 25 anni che Padova ha il problema del nuovo ospedale. Agli inizi si parlava di costruirlo a Brusegana, nell’area dell’ex centro psichiatrico di proprietà della Provincia. Parole, dibattiti, parole.

Un ricordo. Eravamo verso la fine degli anni ‘80, credo nel 1988, quando l’ingegnere Altieri del prestigioso studio grandi progettazioni “Altieri” di Thiene, fra il serio e il faceto mi disse: “Presidente, il nuovo ospedale di Padova lo collochiamo in territorio di Legnaro”. Al tempo io ero presidente dell’ULSS 23 (Monselice-Conselve-Piove di Sacco), con giurisdizione sanitaria su Legnaro.
Risposi che all’ULSS 23 stavamo ultimando il nuovo monoblocco ospedaliero di Piove di Sacco e quello di Monselice e avevamo appena ristrutturato l’ospedale di Conselve, inoltre l’area individuata nel Comune di Legnaro si trovava sottovento rispetto alla locale zona industriale. Alla risposta negativa il discorso finì lì.

Successivamente, negli anni, il Dott. Pietro Voltan, divenuto nuovo Direttore Generale dell’ULSS 21 di Padova, dava corso alla ristrutturazione con ampliamento dell’ospedale Sant’Antonio (mi pare che i lavori non siano ancora ultimati). Similmente vennero ristrutturate le cliniche universitarie e gli ospedali del territorio della Provincia.
Come tutti sanno, le strutture murarie ospedaliere esistenti non mancano, anzi sovrabbondano.

Dai giornali locali il nuovo ospedale, (sito di collocamento e struttura) verrebbe a costare all’incirca un miliardo di Euro, con un onere di gestione (manutenzione e pagamento capitale e interessi, ecc.) di 80 milioni di Euro all’anno. L’opera verrebbe finanziata con progetto di finanziamento privato.

Mi si permetta una domanda: veniamo da una crisi economica senza precedenti, abbiamo un futuro economico, di medio-lungo termine, oscuro; come si fa ad impegnare una spesa di questa grandezza? Tale costo andrà a scapito dei cittadini assistiti con aumento di ticket e diminuzione di prestazioni sanitarie: diventerà inevitabile.
I soldi se ci sono vanno spesi diversamente in attrezzature medico-elettroniche-ciclotroniche, ecc. di nuova generazione che portano tanto beneficio agli ammalati.

In questi giorni, l’ospedale privato denominato “Sacro Cuore” di Negrar, in provincia di Verona, ha inaugurato una nuova apparecchiatura del costo di 13 milioni di Euro che produce medicinali “radianti” in grado di scovare il cancro e il morbo di Alzheimer in fase iniziale; è stata collocata all’interno della struttura muraria esistente.

I nostri ospedali, oggi come oggi, hanno bisogno di attrezzature di altissima specializzazione e meno cemento.
Nel dibattito sul nuovo ospedale mi meraviglia che i Sindaci e Consigli Comunali dei Comuni periferici della Provincia non intervengano in difesa dei validi nosocomi attivi esistenti sul loro territorio che sono a rischio di ulteriore depotenziamento.

Mi permetto di riproporre un mio suggerimento già presentato in passato in qualche sede competente e cioè: le cliniche universitarie recuperino spazio acquistando parte della superficie di lato a via Gattamelata, (verso Est), compresi gli edifici esistenti, con rimborsi doppi a quelli di mercato. Ne verrebbe un grande risparmio.

Legnaro, li 14/07/2014 Giovanni Negrato

Anonimo ha detto...

Legnaro si scopre capoluogo provinciale della sicurezza

LEGNARO. Se Piove di Sacco è la città più felice della provincia, Legnaro è la più sicura. Il paese che lambisce la cintura urbana e che conta quasi novemila abitanti risulta ventunesimo nella classifica nazionale sul fronte della sicurezza. I dati sono quelli dell’indagine “Borghi felici d’Italia” pubblicata nei giorni scorsi dal Sole 24 ore e messa a punto dal Centro studi sintesi mettendo insieme oltre al parametro strettamente economico del Pil, anche gli indici di felicità del Bil, il benessere interno lordo. Nella classifica generale, che vede Piove di Sacco al 57esimo posto, Legnaro arriva al 133esimo gradino. Ma supera il capoluogo della Saccisica nella classifica della sicurezza: Piove è al 31esimo posto, e non se la cava certo male, ma Legnaro fa ancora meglio e sale fino al 21esimo. «Il risultato nel suo complesso ci onora», commenta il sindaco Giovanni Bettini, «e in particolare il primato di tutta la nostra provincia per la sicurezza ci soddisfa molto. È il frutto di una stretta collaborazione con le forze dell’ordine, l’Arma in particolare. Nel nostro paese i carabinieri sono sempre presenti», sottolinea Bettini, «e pronti a collaborare con il Comune, si tratti di un incidente stradale o di situazioni sociali critiche. Di questo ringrazio a nome della comunità il comandante Giovanni Soldano e tutti i suoi uomini». Fu proprio il sindaco Bettini, una decina di anni fa, a smantellare il campo nomadi di via Rovigo a Legnaro: molte famiglie se ne andarono, mentre per quelle “in regola” il Comune mise a disposizione alloggi popolari. «Fu un’operazione complessa», ricorda Bettini, «ma decisiva per riportare la legalità».(e.l.)

Anonimo ha detto...

Casse vuote, Legnaro congela tutte le spese

A rischio il rispetto del patto di stabilità, sospesi gli investimenti. «Assurdo, il bilancio è sano»

LEGNARO. Patto di stabilità a rischio: il Comune blocca le spese in conto capitale. Lo ha deciso la Giunta, sulla base della periodica valutazione sullo stato del bilancio dell’ente redatta dal Responsabile del settore finanziario. La scelta di sospendere le spese per investimenti - principalmente per le opere pubbliche - nasce dalla necessità di far fronte alle scarse entrate nelle casse comunali. In altre parole si è a corto di liquidità. «Legnaro, a costo di notevoli sacrifici, ha sempre rispettato il Patto di stabilità interno», ha ricordato l’ex sindaco Ivano Oregio Catelan, oggi consigliere di maggioranza con delega al Bilancio, «ma in una situazione economica come quella attuale, se le entrate per il rilascio di concessioni edilizie sono in diminuzione; se Regione e Provincia, che devono erogare contributi per le opere pubbliche, ritardano il pagamento; se non si riescono a vendere beni di proprietà comunale, ecco che il Comune, pur avendo tutti i parametri a posto, pur essendo stato inserito al centotrentaduesimo posto a livello nazionale per la qualità della vita e potendosi definire a ragione virtuoso, si vede costretto ad emanare un provvedimento di questo tipo». La colpa, rileva Catelan, è di una combinazione di fattori ma anche del Governo che «malgrado tutti i proclami propagandistici non sta facendo nulla per risolvere questa situazione che accomuna la maggior parte dei Comuni italiani».

A questo contesto di incertezza legato alle entrate si devono aggiungere anche i tagli ai trasferimenti statali che in due anni, a Legnaro, hanno prodotto ammanchi per oltre 423 mila euro. «Per sopperire a questa rapina abbiamo dovuto portare l’aliquota Imu al 9,9 per mille», rilancia l’ex primo cittadino, «e saremo forse costretti ad aumentarla ulteriormente per far fronte alle nuove minori entrate, diminuendo di conseguenza anche tutti quei capitoli di spesa per così dire “comprimibili” e che sono proprio quelli più sensibili nel rapporto con i cittadini, come la cultura e il sociale». L’amministrazione ha tempo fino a novembre per riallineare i conti perché, sebbene al momento il blocco dei pagamenti sia solo una misura di salvaguardia, il rischio di sforare i parametri non è di poco conto e le conseguenze potrebbero penalizzare fortemente l’ente anche per il futuro. Se il patto a fine anno non venisse rispettato, infatti, il Comune non potrebbe più assumere personale o ricorrere a nuovi mutui, dovrebbe limitare le spese correnti (come i servizi e gli stipendi al personale) e rischierebbe di vedersi ridurre i trasferimenti del fondo perequativo.

Per evitare il crack finanziario la giunta Bettini ha deciso di corso alla riscossione dei crediti dovuti da enti pubblici e da privati; di limitare le uscite agli interventi obbligatori e di non gravare sul bilancio con nuovi impegni di spesa. «Contestualmente verificheremo le entrate di Imu e Tasi (tassa sui servizi indivisibili), risultate inferiori rispetto alle stime», ha confermato il sindaco Giovanni Bettini. «Cercheremo quindi di reperire liquidità con un secondo bando per la concessione della farmacia comunale di Volparo, che dovrebbe assicurare alle casse del Comune 360 mila euro (a solo titolo di canone anticipato). Altre somme potrebbero poi arrivare dalla vendita di un immobile in via Monte Grappa».

Martina Maniero